Il 30 settembre è stato sospesa la versione 2 del servizio OpenShift. La nuova versione, basata su Kubernetes e Docker, è abbastanza diversa da quella precedente, e non ha immagini preconfigurate per le applicazioni più diffuse. Esiste una procedura di migrazione dalle immagini della v.2 a quelle per la v.3 ma sono comunque richieste attività di riconfigurazione da eseguire manualmente.
Io avevo scelto la vecchia versione per l’immediatezza con cui era possibile creare, ad esempio, un’installazione WordPress in pochi minuti e senza il bisogno di alcuna configurazione lato server, Nella nuova versione, purtroppo, mancano gran parte delle caratteristiche che rendevano la piattaforma appetibile.
Ho così deciso di attivare un server virtuale privato (VPS) e trasferire su di esso il sito. Naturalmente prima ho dovuto installare e configurare i vari applicativi necessari (MySQL, Ngnix e WordPress) ma sono operazioni ormai abbastanza ben collaudate.
Ho creato nuovo database e nuovo sito, vuoti, importato testi e immagini del vecchio e poi sistemato le ultime impostazioni.
Potendo contare sulla flessibilità dei servizi di un server privato non penso che installerò né il plugin per inviare posta via GMail né quello per i backup.
Per ora non ho installato né Jetpack né Akismet, voglio vedere che livello di protezione contro lo spam si riesce ad avere senza usarli.
Ho mantenuto invece il collegamento con CloudFlare sia per la protezione dalla spam sia per il miglioramento in velocità.
CloudFlare, oltretutto, consente di usare il protocollo HTTPS anche senza acquistare un certificato SSL. Questo è importante perché i browser stanno cominciando a segnalare come non sicuri i siti che non lo usano.
Dato che è cambiata l’architettura del sito ho aggiornato anche la pagina della Privacy.
Le prestazioni non sono male, anche se si potrebbero migliorare un po’ i tempi ottimizzando script e CSS.
Un commento su “Chiusura OpenShift v.2, spostamento sito su server virtuale (VPS)”